La presidente di Federcostruzioni è intervenuta a Napoli, come relatore, all’evento “Napoli -Bari- Salerno- Reggio Calabria INVESTIMENTI, CONNESSIONI, SVILUPPO“ promosso dall’Acen, Associazione Costruttori Napoli
Data:
24 Giugno 2025
Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria
Investimenti,connessioni,sviluppo
Napoli, 23 giugno 2025
“Le infrastrutture Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria sono fondamentali per lo sviluppo del mezzogiorno . In tal modo si potenzia uno dei nove corridoi della rete centrale TEN-T (Trans-European Transport Network), la struttura principale della mobilità in Europa finalizzata a migliorare l’interoperabilità, l’interconnessione e la competitività dei trasporti nel continente europeo“
Le direttrici principali delle linee AV Napoli – Bari e Salerno- Reggio Calabria e gli ulteriori rami secondari sono fondamentali per il sud , per attrarre investimenti e arrestare la fuga dei cervelli. I risultati sono già visibili nei dati presentati da SVIMEZ , Banca d’Italia e Istat : il sud cresce percentualmente più del nord anche nel 2024.
RFI ha in dotazione 24 miliardi di euro fra PNRR e Accordi territoriali., inoltre ha fissato investimenti per 9,1 miliardi di euro nel 2024 . Saranno ospiti di Federcostruzioni nel prossimo consiglio generale.
LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE PAOLA MARONE
Buon pomeriggio a tutti!
Nel ruolo di Presidente di Federcostruzioni, ringrazio l’Acen per avere promosso questo incontro con RFI – Rete Ferroviaria Italiana, in qualità di soggetto attuatore del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un focus specifico sul Mezzogiorno e sulla Campania.
(Come ha ricordato il Presidente Lancellotti) Attraverso il Contratto di Programma 2022–2026 e le risorse PNRR – in particolare la Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” – RFI ha ricevuto oltre 24 miliardi di euro di affidamenti, con una funzione determinante nella tenuta industriale del settore costruzioni e nella modernizzazione del Paese.
L’obiettivo del programma suona particolarmente significativo per il territorio di cui parliamo. Faccio un veloce inquadramento economico dal punto di vista di Federcostruzioni.
Sulla base della stima Cresme, il più autorevole istituto di ricerca per l’edilizia italiano, il valore della produzione edilizia del Mezzogiorno ammonta nel 2024 a circa 84 miliardi, vale a dire al 29% del valore della produzione edile nazionale (pari a circa 285 miliardi).
I PRIMI SEGNALI POSITIVI:
Nel 2024 il PIL del settore costruzioni nel Mezzogiorno ha abbondantemente superato il 10%. Inoltre il PIL del Mezzogiorno è’ cresciuto di oltre il 7 % rispetto al 2019 superando di 3 punti percentuali il Centro-Nord. E’ evidente che l’espansione economica rilevata è stata trainata dal comparto costruzioni. Straordinario volano anche per l’occupazione il numero di lavoratori iscritti in cassa edile dal 2021 al 2024 è aumentato del 35%.
Tra gli investimenti in costruzioni sul territorio circa il 42% è rappresentato dalle opere pubbliche (nuovo+manutenzione straordinaria), diversamente dal dato nazionale dove la quota dei lavori pubblici scende al 30%.
Il vantaggio competitivo del territorio nasce dal fatto che ci sta ancora molto da fare per ammodernarlo e renderlo competitivo e a tal fine le infrastrutture hanno un ruolo assolutamente predominante.
La dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno resta ancora insufficiente, in assoluto e in comparazione con il resto del Paese.
Cito – alla presenza del Direttore Luca Bianchi – i dati di Svimez che danno conto di tali divari. In una recente audizione alle Camere la Svimez ha delineato un quadro preoccupante relativo al divario infrastrutturale tra il Nord e il Sud dell’Italia, evidenziando significative carenze nei settori dei trasporti nel Mezzogiorno.
Per quanto riguarda particolarmente l’infrastruttura ferroviaria, le linee in esercizio gestite da Rfi si sviluppano al Sud su 5.717 km, pari al 34% del totale nazionale, mentre la lunghezza dei binari è pari a 7.528 km ovvero il 30% del totale nazionale. Ma al di là della sottodotazione quantitativa di binari nel Mezzogiorno, in sé relativamente contenuta, sono i requisiti prestazionali della rete a evidenziare i maggiori divari. Significativo è l’indicatore relativo alla quota di linee classificate come ‘fondamentali’ e ‘di nodo’[1] (queste ultime presenti solo in Campania), che al Sud interessa solo il 21,4% dell’intera estesa contro una percentuale più che doppia al Centro-Nord (53,5%).
Il divario si estende anche ai trasporti urbani, con il Mezzogiorno che dispone solo dell’11,2% delle reti tramviarie nazionali e del 13,5% delle metropolitane. Inoltre, l’Alta Velocità serve esclusivamente la Campania, con solo 181 km di linee, pari al 12,3% del totale nazionale. Anche la soddisfazione per i servizi di autobus è significativamente più bassa al Sud, dove solo il 55,7% degli utenti si dichiara soddisfatto, contro una media nazionale del 65,7%.
Ben vengano dunque gli interventi infrastrutturali e, segnatamente quelli di potenziamento ferroviario, idonei a posizionare i territori serviti in maniera completamente diversa, a renderli baricentrici e connessi con nuove realtà, più o meno lontane.
Dall’Osservatorio di Ance ci sono buone notizie in tal senso. Nel 2024 gli investimenti di RFI hanno superato i 9,1 miliardi di euro, con una crescita del +16% rispetto all’anno precedente. I lavori aggiudicati nel triennio 2022-2024 ammontano a oltre 38 miliardi di euro, gran parte dei quali già in fase di attivazione cantieristica o esecutiva.
Tra gli interventi più significativi, anche per il nostro territorio la Napoli–Bari (AV/AC) e il nuovo tracciato Salerno–Reggio Calabria, oltre ai piani di manutenzione straordinaria dell’armamento ferroviario, tra cui lotto 8 (233 mln) e lotto 8 (139 mln) degli accordi quadro da 3,6 e 1,3 miliardi complessivi.
Tuttavia in Campania, la linea AV Napoli–Bari e la Salerno–Reggio Calabria presentano criticità legate a fattori geologici e autorizzativi, come indicato nella VI Relazione del Governo sul PNRR (marzo 2025). Queste situazioni rischiano di determinare slittamenti nei cronoprogrammi con conseguenze sui target UE. Tuttavia, sono in corso valutazioni di rimodulazione da parte del MIT e della Commissione europea, per garantire il completamento delle opere strategiche.
Una nota di merito del Piano di investimenti di RFI va agli obiettivi conseguiti, caratterizzati da efficienza e sostenibilità:
- la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico
- canalizzazione passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia;
- maggiore connettività territoriale e coesione riducendo i tempi di percorrenza;
- digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento della sicurezza di ponti, viadotti e gallerie;
- maggiore competitività del Sud migliorando i collegamenti ferroviari.
La spesa PNRR effettiva al 28 febbraio 2025 è pari a 65,7 Mld (34% fondi europei) il 52% è riconducibile a investimenti in Costruzioni.
È ormai evidente che, alla scadenza del Piano, prevista per agosto 2026, l’Italia non riuscirà a spendere l’intera dotazione disponibile.
Come noto, il ministro Fitto ha più volte escluso l’ipotesi di una proroga del PNRR, per l’impossibilità di modificare il Regolamento europeo sul Recovery Fund, che fissa la scadenza per la fine dell’estate 2026.
Per consentire il raggiungimento degli obiettivi previsti e limitare la perdita delle risorse PNRR non utilizzate nei tempi previsti, recentemente è stata approvata dalla Commissione europea nuova revisione “tecnica” che interessa investimenti rilevanti per il settore delle costruzioni. In particolare, la revisione prevede una rimodulazione di alcuni progetti ferroviari che non riusciranno a rispettare i tempi stabiliti dal PNRR.
Si tratta principalmente delle grandi direttrici ferroviarie del Mezzogiorno (AV Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria, Palermo-Catania, Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia). La revisione ha previsto, a seconda dei casi, una riallocazione delle risorse verso progetti più avanzati o una suddivisione delle opere in lavorazioni autonome per consentire la rendicontazione delle porzioni già realizzate.
Accanto alla revisione “tecnica”, sono in corso interlocuzioni con la Commissione Europea per una nuova revisione “straordinaria”, simile a quella di fine 2023.
Al riguardo, la Commissione Europea, il 5 giugno 2025, attraverso la Comunicazione “NextGenerationEU – The road to 2026”, ha invitato i governi a una revisione dei Piani, delineando alcune soluzioni per evitare il rischio di restituzione dei fondi europei.
Tra le soluzioni proposte si evidenzia la possibilità di costituire strumenti finanziari, gestiti da soggetti indipendenti, per finanziare investimenti strategici a lungo termine, anche attraverso il coinvolgimento di capitali privati. In questo caso, gli obiettivi del PNRR diventerebbero il trasferimento dei fondi e la firma dei contratti con le imprese e non la realizzazione dei singoli progetti che potrà essere completata dopo il 2026.
Tali strumenti rappresentano una soluzione valida per indirizzare le risorse non spese del PNRR verso obiettivi strategici di lungo periodo, come l’housing sociale e la resilienza climatica, settori cruciali per uno sviluppo realmente sostenibile del Paese
Siamo dunque interessati oggi ad ascoltare il Direttore di RFI Lucio Menta per avere notizie più puntuali soprattutto in riferimento allo stato di attuazione degli investimenti in Campania, nonché le soluzioni alle criticità presenti nella Sesta Relazione del Governo sul PNRR (marzo 2025), che potrebbero prolungare i tempi di realizzazione delle opere sulle linee ad Alta Velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria, già caratterizzate da elevata complessità tecnica.
Grazie dell’attenzione
[1] La classificazione delle linee ferroviarie:linee fondamentali, caratterizzate da un’alta densità di traffico e da una elevata qualità dell’infrastruttura, comprendono le direttrici internazionali e gli assi di collegamento fra le principali città italiane – linee complementari, con minori livelli di densità di traffico, costituiscono la maglia di collegamento nell’ambito dei bacini regionali e connettono fittamente tra loro le direttrici principali – linee di nodo, che si sviluppano all’interno di grandi zone di scambio e collegamento tra linee fondamentali e complementari situate nell’ambito di aree metropolitane
L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE PAOLA MARONE
“La dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno, però, resta ancora insufficiente, in assoluto e in comparazione con il resto del Paese” ha ribattuto Paola Marone, presidente di Federcostruzioni. “Il compito del PNRR – ha aggiunto – è di ridurre il divario con il Nord per attrarre investimenti ed arrestare la fuga di cervelli”. “Il tema delle infrastrutture è strategico per la crescita dell’Italia e per la riduzione di un divario che, per lunghi anni, ha penalizzato le regioni del Mezzogiorno. Il settore richiede investimenti e un piano di sviluppo a lungo termine, ambizioso, in grado di immaginare le città del futuro sempre più connesse e a misura d’uomo.
LE FOTO DELL’EVENTO
FOTO A CURA DI PUPIA
FOTO ANCE
Ultimo aggiornamento
7 Luglio 2025, 12:53