Biodiversità e Sostenibilità: il ruolo del legno italiano nella transizione ecologica

Data:
13 Giugno 2025

Al Centro Congressi Rospigliosi del Quirinale il 13 giugno 2025, in occasione della Giornata internazionale del bosco, si è svolto l’evento organizzato da AFI, ASSOLEGNO, FLA.
Fra gli autorevoli relatori in apertura il Presidente AFI ed ASSOLEGNO Claudio Giust, il Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone ed il direttore generale AFI e Responsabile Assolegno di FLA Ugo Terzi nel ruolo di moderatore.

 

“Il ruolo del legno italiano nella transizione ecologica”

Il 13 giugno a Roma, si è svolta la tavola rotonda promossa da Afi e Assolegno con la partecipazione anche della presidente di Federcostruzioni.

 

 

“Biodiversità e sostenibilità: il ruolo del legno italiano nella transizione ecologica” è il tema del convegno organizzato dall’Associazione Forestale Italiana (AFI) venerdì 13 giugno alle ore 14.30 al Centro Congressi Rospigliosi Quirinale – con il patrocinio fra gli altri, di FederlegnoArredo – in occasione della “Giornata del Bosco” ideata 13 anni fa da AFI.

 

L’iniziativa rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza delle foreste e del patrimonio legnoso nazionale alla luce delle strategie europee del Green Deal e del Clean Deal per la decarbonizzazione e lo sviluppo di una bioeconomia circolare che sappia valorizzare e difendere anche i grandi valori sociali, economici, ambientali e culturali che derivano dal bosco e dal legno.

 

Spiega Claudio Giust, presidente di Assolegno e AFI: “Integrare la tutela della biodiversità con l’innovazione nel settore edilizio, promuovendo l’uso del legno italiano come soluzione chiave per la decarbonizzazione e lo sviluppo di un modello di bioeconomia circolare, è un obiettivo su cui dobbiamo lavorare in maniera costante e condivisa. E l’iniziativa di venerdì 13 giugno ha avuto proprio questo scopo.

 

Il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, oltre a essere motivo di orgoglio, è un grande stimolo a proseguire il nostro lavoro a fianco delle istituzioni con le quali condividiamo l’idea che l’uso del legno italiano possa essere una soluzione strategica proprio per la transizione ecologica e la decarbonizzazione delle costruzioni.

 

Il nostro auspicio – conclude Claudio Giust – è che finalmente si possa invertire la rotta per il nostro Paese che, pur stando seduto su una miniera verde quale è la superficie boschiva che copre il 40% di quella nazionale, continua a importare legname dalla vicina Austria, perdendo in competitività”.

 

Cuore della giornata la tavola rotonda, che ha visto confrontarsi voci autorevoli del mondo accademico, della finanza etica, della ricerca e delle istituzioni che affronteranno temi quali la Strategia Nazionale Biodiversità 2030, il contributo del carbonio biogenico alla neutralità climatica, il valore del legno italiano nella filiera corta e il ruolo delle foreste nella costruzione di un’economia più verde, etica e resiliente.

 

Tra i partecipanti: Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, Emanuela Romagnoli (Università della Tuscia), Alessandra Stefani, presidente Cluster Italia Foresta-legno, Massimo Fragiacomo (Professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università dell’Aquila), Nicolò Giordano (Comando dei Carabinieri Forestali de L’Aquila), Claudio Scrocca (dottore commercialista esperto di finanza etica) e Claudio Garrone (dottore forestale). La presidente di Federcostruzioni ha dichiarato: “ Il legno italiano, quando inserito in filiere ben organizzate e sostenute da processi di industrializzazione evoluta, rappresenta un’opportunità strategica per contribuire all’economia circolare e alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni. Tuttavia, in Italia persiste una profonda asimmetria tra l’elevata qualità e disponibilità potenziale del patrimonio forestale nazionale( che rappresenta con 11 milioni di ettari il 37% del territorio nazionale) oggi sottoutilizzato — e la scarsa integrazione del legno locale nelle filiere industriali del costruito.

 

L’industrializzazione del legno italiano — intesa non come omologazione, ma come valorizzazione tecnico-economica attraverso processi continui, ripetibili e certificabili — è il passaggio chiave per rendere competitivo il nostro materiale. Questo significa investire nella modernizzazione delle segherie (oggi spesso obsolete o sottodimensionate), nella digitalizzazione dei processi produttivi (Industria 4.0), nell’automazione delle linee di incollaggio e pressatura, e soprattutto nella costruzione di reti logistiche efficienti fra boschi, prime trasformazioni e cantieri. Il modello da seguire è quello di una filiera “corta ma industriale”, capace di garantire tracciabilità, qualità strutturale e continuità dell’approvvigionamento.

 

Infine, l’industrializzazione del legno italiano deve dialogare con la domanda pubblica e privata, orientandola verso l’uso di materiale nazionale attraverso strumenti come i CAM edilizia (DM 23/06/2022), i criteri DNSH nei bandi PNRR, e l’integrazione del legno nei requisiti dell’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) e del New European Bauhaus.

 

In un contesto europeo sempre più orientato verso l’edilizia a zero emissioni nette e l’integrazione paesaggistica e sociale dei nuovi insediamenti (come richiesto dal New European Bauhaus), non può esistere una vera politica industriale nazionale per le costruzioni che non includa in modo sistemico il legno locale. Federcostruzioni ha la possibilità — e la responsabilità — di diventare il luogo dove questa integrazione prende corpo.

 

A moderare i lavori Ugo Terzi, direttore generale di AFI e responsabile Assolegno di FederlegnoArredo.

 

 

“Biodiversità e sostenibilità: il ruolo del legno italiano nella transizione ecologica” è il tema del convegno organizzato dall’Associazione Forestale Italiana (AFI) venerdì 13 giugno alle ore 14.30 al Centro Congressi Rospigliosi Quirinale – con il patrocinio fra gli altri, di FederlegnoArredo – in occasione della “Giornata del Bosco” ideata 13 anni fa da AFI.

L’iniziativa rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza delle foreste e del patrimonio legnoso nazionale alla luce delle strategie europee del Green Deal e del Clean Deal per la decarbonizzazione e lo sviluppo di una bioeconomia circolare che sappia valorizzare e difendere anche i grandi valori sociali, economici, ambientali e culturali che derivano dal bosco e dal legno.

Spiega Claudio Giust, presidente di Assolegno e AFI: “Integrare la tutela della biodiversità con l’innovazione nel settore edilizio, promuovendo l’uso del legno italiano come soluzione chiave per la decarbonizzazione e lo sviluppo di un modello di bioeconomia circolare, è un obiettivo su cui dobbiamo lavorare in maniera costante e condivisa. E l’iniziativa di venerdì 13 giugno ha avuto  proprio questo scopo.

Il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, oltre a essere motivo di orgoglio, è un grande stimolo a proseguire il nostro lavoro a fianco delle istituzioni con le quali condividiamo l’idea che l’uso del legno italiano possa essere una soluzione strategica proprio per la transizione ecologica e la decarbonizzazione delle costruzioni.

Il nostro auspicio – conclude Claudio Giust – è che finalmente si possa invertire la rotta per il nostro Paese che, pur stando seduto su una miniera verde quale è la superficie boschiva che copre il 40% di quella nazionale, continua a importare legname dalla vicina Austria, perdendo in competitività”.

Cuore della giornata la tavola rotonda, che ha visto confrontarsi voci autorevoli del mondo accademico, della finanza etica, della ricerca e delle istituzioni che affronteranno temi quali la Strategia Nazionale Biodiversità 2030, il contributo del carbonio biogenico alla neutralità climatica, il valore del legno italiano nella filiera corta e il ruolo delle foreste nella costruzione di un’economia più verde, etica e resiliente.

Tra i partecipanti: Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, Emanuela Romagnoli (Università della Tuscia), Alessandra Stefani, presidente Cluster Italia Foresta-legno, Massimo Fragiacomo (Professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università dell’Aquila), Nicolò Giordano (Comando dei Carabinieri Forestali de L’Aquila), Claudio Scrocca (dottore commercialista esperto di finanza etica) e Claudio Garrone (dottore forestale). La presidente di Federcostruzioni ha dichiarato: “ Il legno italiano, quando inserito in filiere ben organizzate e sostenute da processi di industrializzazione evoluta, rappresenta un’opportunità strategica per contribuire all’economia circolare e alla decarbonizzazione del settore delle costruzioni. Tuttavia, in Italia persiste una profonda asimmetria tra l’elevata qualità e disponibilità potenziale del patrimonio forestale nazionale( che rappresenta con 11 milioni di ettari il 37% del territorio nazionale) oggi sottoutilizzato — e la scarsa integrazione del legno locale nelle filiere industriali del costruito.

L’industrializzazione del legno italiano — intesa non come omologazione, ma come valorizzazione tecnico-economica attraverso processi continui, ripetibili e certificabili — è il passaggio chiave per rendere competitivo il nostro materiale. Questo significa investire nella modernizzazione delle segherie (oggi spesso obsolete o sottodimensionate), nella digitalizzazione dei processi produttivi (Industria 4.0), nell’automazione delle linee di incollaggio e pressatura, e soprattutto nella costruzione di reti logistiche efficienti fra boschi, prime trasformazioni e cantieri. Il modello da seguire è quello di una filiera “corta ma industriale”, capace di garantire tracciabilità, qualità strutturale e continuità dell’approvvigionamento.

Infine, l’industrializzazione del legno italiano deve dialogare con la domanda pubblica e privata, orientandola verso l’uso di materiale nazionale attraverso strumenti come i CAM edilizia (DM 23/06/2022), i criteri DNSH nei bandi PNRR, e l’integrazione del legno nei requisiti dell’EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) e del New European Bauhaus.

In un contesto europeo sempre più orientato verso l’edilizia a zero emissioni nette e l’integrazione paesaggistica e sociale dei nuovi insediamenti (come richiesto dal New European Bauhaus), non può esistere una vera politica industriale nazionale per le costruzioni che non includa in modo sistemico il legno locale. Federcostruzioni ha la possibilità — e la responsabilità — di diventare il luogo dove questa integrazione prende corpo.

A moderare i lavori Ugo Terzi, direttore generale di AFI e responsabile Assolegno di FederlegnoArredo.

 

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Ultimo aggiornamento

26 Giugno 2025, 12:57